giovedì 20 marzo 2014

Fiorentina eliminata da una prodezza di Pirlo

E' bastata una punizione. Un tiro, violento, preciso, imparabile (?). Andrea Pirlo si è dimostrato, ancora una volta, uno dei più grandi calciatori di punizioni al mondo, il migliore in attività. Con un tiro la Juve cancella ambizioni e speranze del pubblico viola, di una città intera.
La Fiorentina vista questa sera contro la Juve non è stata delle migliori, ma di tutto rispetto si. E' scesa in campo con la consapevolezza che il risultato dell'andata non poteva far dormire sogni tranquilli e con la ferma volontà di giocare, creare occasioni e passare il turno.
Purtroppo (per noi) le partite di pallone vengono decise spesso dai colpi dei grandi campioni. Certe volte i solisti riescono ad imporsi sulla collettività, sulla coralità, sulla disciplina tattica. E questo è anche il bello del calcio. Stasera al Franchi la partita è stata decisa da un episodio, il fallo di Gonzalo Rodriguez su Llorente (con conseguente secondo giallo), e la punizione magistrale del numero 21 bianconero. Con quello ai Viola, Pirlo sale a quota 42 gol su punizione in carriera, numero che la dice lunga sulle qualità tecniche dell'ex Milan.
Dispiace riassumere un'intera partita concentrandosi soltanto su un gesto tecnico, ma di fatto la partita era bloccata, ferma sullo 0-0 e forse pronta a scivolare verso la fine senza troppi stravolgimenti. Nel primo tempo la squadra di Montella ha messo sotto la Juventus, attenta a non sbilanciarsi troppo. Le due precedenti sfide con i bianconeri, infatti, avevano dato l'impressione che il club di Torino soffrisse gli ultimi 25 minuti di gara. Alla luce di questo, Conte può aver maturato a tavolino la decisione di supplire a tale calo risparmiandosi nella prima frazione di gioco. E cosi è stato. La Fiorentina ha creato, sfiorato il gol in varie occasioni (Gomez, Ilicic, Pizarro) per poi, dal 60esimo minuto in avanti, lasciare il campo e l'iniziativa ai bianconeri. Dopo l'infortunio di Pizarro a pochi minuti dall'inizio del secondo tempo, sostituito da Ambrosini, i Viola si sono spenti, faticando a trovare idee e palleggio. A quel punto è stato facile per giocatori del calibro di Tevez, Pogba e Vidal cercare e trovare spazi. A una ventina di minuti dal triplice fischio Gonzalo atterra Llorente in prossimità dell'area di rigore Viola. Secondo giallo al difensore ineccepibile. Pallone posizionato sulla mattonella dalla quale Pirlo spesso riesce a far male. Tiro violento che va ad insaccarsi nell'angolo alto dalla parte di Neto. 
Nonostante ancora alcuni minuti a disposizione, la Fiorentina non riesce a reagire, la Juve fa possesso palla e gestisce il gioco, rendendo praticamente impossibile il pareggio che avrebbe portato le squadre ai tempi supplementari.
Il sogno di battere i rivali storici e approdare ai quarti di finale di Europa League svanisce in una serata in cui era lecito essere positivi. Per il risultato dell'andata ma anche per le ultime due partite tra Fiorentina e Juventus, nel complesso in equilibrio. Il rammarico riguarda le diverse occasioni sprecate in attacco e la possibilità, una volta superata la Juve, di trovare un cammino verso la finale di Torino abbastanza agevole.

La Juventus è più forte della Fiorentina. Nessuno può mettere in dubbio ciò. I numeri, in tal senso, parlano chiaro: in meno di tre campionati, i bianconeri hanno raccolto 82 punti in più dei Viola. 
La squadra di Montella è stata sfortunata? Forse un pizzico di iattura c'è stata, si pensi all'infortunio di Pizarro (fino a quel momento positivo) e ad un paio di tiri usciti di poco. 
Ciò su cui voglio soffermarmi sono alcune scelte del mister che mi hanno lasciato perplesso: 
La prima decisione non convincente è stata quella di schierare Cuadrado esterno basso a destra. Il colombiano in quella posizione è stato poche volte pericoloso, dovendosi preoccupare delle avanzate di Asamoah e di un grande Pogba che si aggirava da quelle parti. Montella, schierandolo in quella posizione, ha di fatto rinunciato all'arma più letale che aveva. 
La seconda scelta che suscita qualche dubbio è la sostituzione di Gomez con Matri. Il tedesco è apparso per tutto il tempo in cui è stato in campo in buone condizioni, in crescita rispetto alle precedenti apparizioni. Il tecnico Viola potrà dire che la sostituzione è figlia del fatto che il tedesco non ha nelle gambe i 90'. Se cosi fosse, Montella poteva optare per una scelta iniziale diversa, partendo con Matri e gettando nella mischia Mario nel secondo tempo, sfruttando la sua freschezza. Non me ne vorrà il buon Matri, ma Gomez è tutt'altra cosa. Il panzer tedesco è un campione, ha segnato valanghe di gol, calcato i palcoscenici più importanti d'Europa ed è, per questi motivi, più adatto a giocare sfide cosi equilibrate ed emozionanti.
La terza decisione di Montella che non condivido riguarda un'altra sostituzione: immediatamente dopo il gol di Pirlo, la Fiorentina si trova virtualmente fuori dalla Coppa, è sotto di un uomo e deve assolutamente segnare almeno un gol. Gonzalo, come detto, è stato espulso e in difesa ci sono soltanto Savic e Tomovic. L'allenatore allora decide di sostituire Ilicic per far posto a Roncaglia. Col senno di poi è facile parlare, lo sappiamo, ma forse in quell'occasione sarebbe stato più giusto operare un'altra mossa. Arretrare Ambrosini sulla linea dei difensori, ricomponendo il centrocampo con Aquilani, Borja Valero e Vargas, impedendo cosi che Matri si isoli in avanti senza riuscire ad intercettare un pallone. 
Montella è un grande allenatore, ha un brillante futuro davanti a sé e spero che la sua permanenza in riva all'Arno sia ancora molto lunga, però quando ci sono cose che non ci convincono dobbiamo avere l'onestà intellettuale per esprimerle, nel rispetto per il grande lavoro di Vincenzo e nell'interesse della squadra.

Trovo doveroso spendere alcune parole anche su Neto. Guardando la partita e ascoltando alcuni opinionisti nel post gara, ho potuto sentire pareri divergenti sul gol. E' colpa di Neto? O non poteva fare niente sul tiro di Pirlo?
Ho giocato a calcio abbastanza tempo per sapere che una delle prime cose che ti insegnano alla scuola calcio è che un portiere non deve MAI prendere gol sul proprio palo. Pirlo calcia il pallone con una violenza ed una precisione impressionanti, è vero, ma se Neto è ben posizionato ha qualche possibilità di parare il pallone. Dopo aver posizionato la barriera, il portiere viola fa un passo di troppo verso destra, coprendosi di fatto la visuale e rendendo difficile la copertura del palo a lui più vicino. A mio parere Norberto ha ripensato al gol che Pirlo ha segnato al suo collega Perin la scorsa domenica e, nel tentativo di prevenire la giocata del numero 21 bianconero, ha fatto un passo verso il palo più lontano. Quel passo, insieme alla già decantata bravura del centrocampista, è stato decisivo. Se Neto avesse coperto meglio quella parte di porta, Pirlo avrebbe dovuto obbligatoriamente provare a segnare dall'altra parte, impresa non facile data la barriera e i pochi metri a disposizione per far scendere la palla.
Detto questo, vale un discorso simile a quello di Montella, in quanto nell'arco della partita Neto è stato decisivo in più di un'occasione e quindi, anche se avesse commesso un errore sul gol, la sua prestazione non viene sminuita.

Concludo con uno sguardo al futuro. La situazione in campionato non è delle più facile, il Napoli è a +10 e l'Inter ci sta col fiato sul collo (-1). Domenica alle 18:30 i Viola saranno proprio a Napoli per cercare di riaprire la corsa al terzo posto, corsa che oggi appare più che chiusa. Il mantenimento del 4° posto è fondamentale, soprattutto in caso di non vittoria della Coppa Italia, perché permetterebbe di evitare i preliminari che si giocano a luglio e agosto, e di approdare direttamente all'ultimo turno preliminare.
E' inevitabile che la testa dei giocatori sia già alla sfida del 3 maggio contro gli azzurri di Benitez ma è di estrema importanza la condizione fisica e psicologica con le quali si arriva all'appuntamento. Sottovalutare il campionato, non giocare al massimo, rischia di farci perdere mentalità e prontezza atletica necessarie per battere un rivale di prestigio ed alzare la prima coppa dell'era Della Valle. Quindi coraggio Fiorentina, continua a macinare gioco, a crescere e puntare a traguardi sempre più alti.

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