Eduardo Macia, Direttore Tecnico e Responsabile del settore giovanile della Fiorentina, è intervenuto ai microfoni di Lady Radio.
Queste le sue parole: "I giovani che crescono con te danno parte dell'identità di una società. Dobbiamo tenere i giovani il più possibile con noi. Non tutti possono andare in Serie A, alcuni arrivano molti giovani in società importanti e durano fatica.
Il calcio italiano deve ritrovare la sua identità. Il calcio italiano qualche anno fa era uno dei più forti, caratterizzato da tantissimi grandi giocatori italiani. Questo paese ha una grande tradizione calcistica. Abbiamo bisogno di tanto tempo per lavorare. Il calcio italiano deve credere nei suoi talenti e tutelarli. Non dev'essere una politica demagogica.Noi alla Fiorentina cerchiamo il talento italiano. Il 90% dei giovani arrivati negli ultimi anni nel settore giovanile della Fiorentina sono italiani.Non si deve giudicare un ragazzo dalla sua età. Bisogna dare fiducia ad un giocatore a prescindere dalla carta d'identità, soltanto cosi crescerà la sua personalità. I giovani devono avere la possibilità di crescere e anche sbagliare."Babacar e Bernardeschi? "Dopo la finale di Coppa Italia valuteremo i giocatori che sono lontani da Firenze. Abbiamo delle idee molto chiare. All'estero non si gioca sull'avversario, si cerca di imporre il proprio gioco. I campi da calcio sono curati nel minimo dettaglio. E' un'altra realtà."Sulla finale di Coppa Italia Primavera contro al Lazio: "Stasera non partiamo sconfitti. La Lazio è una buona squadra, ha un'identità diversa dalla nostra. Ci sarà il confronto tra due diverse identità."E' importante la vittoria a livello giovanile? "Il settore giovanile è un percorso di formazione. E' importante capire come si vince. Se i ragazzi non sanno come hanno vinto, mi preoccupo. La mentalità vincente ti dà più certezze di vincere oggi e domani.E' difficile valutare adesso quali giovani della Primavera sono pronti per la prima squadra. Madrigali, Gondo, Petriccione e altri stanno dimostrando una fase di crescita. E' importante che l'allenatore della prima squadra conosca anche i giovani."E' difficile creare un senso di appartenenza nei giovani giocatori? "Da piccolo dormivo spesso con la maglia della mia squadra preferita (il Valencia), oggi è più difficile perché i giovani vedono Messi, C.Ronaldo e i grandi club. La vera forza di una squadra non è prendere grandissimi giocatori ma crearli in casa."
Cosi sul progetto Viola: "Firenze è una piazza importante, bellissima e dovevamo portare un progetto che piacesse alla città. Io e Pradé abbiamo cercato di fare un mix tra giocatori di esperienza e giovani interessanti.Ascoltiamo la gente perché ci fa capire cosa piace ai tifosi. Facciamo calcio per la gente, non per noi. E' importante ascoltare la città.La Fiorentina il prossimo anno sarà più forte. Abbiamo un bel gruppo oggi, la nostra filosofia è migliorare sempre.Non c'è nessun segreto dietro al nostro operato. Tante persone ci aiutano a non sbagliare."
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