C'era una volta il derby milanese con i suoi campioni; c'era una volta lo spettacolo di un calcio che offriva interpreti ai primissimi livelli; c'era una volta uno stadio che, due giorni l'anno, regalava al mondo una partita per palati fini, per intenditori di grandi colpi e giocate entusiasmanti. C'era una volta...adesso non c'è più.
Il derby di Milano di ieri sera non aveva creato particolari aspettative in nessuno, ma non è riuscito neanche a rispettare le poche pretese che ancora c'erano tra gli appassionati del calcio italico.
Non c'era persona al mondo che nutriva la speranza di vedere un match come quello tra Barça e Real (anche se non è un derby) o Arsenal e Chelsea, ci mancherebbe altro, però rimane indelebile negli occhi la decadenza di tutto il movimento pallonaro nostrano e, in particolar modo, delle due squadre di Milano.
Inter e Milan sono state in passato due giganti del calcio italiano ed anche europeo: come non ricordare la grande Inter di papà Moratti, il Milan di Sacchi, Van Basten, Gullit e Baresi, l'Inter del triplete con lo Special One Mourinho, il Milan campione d'Europa e del mondo. Queste due squadre non esistono più.
Ieri sera, non se ne offendano i tifosi né i giocatori, le due squadre si sono presentate alla Scala del calcio un pò impoverite. Povere non economicamente, bensi tecnicamente. In difesa c'erano Campagnaro e Bonera, non Facchetti e Maldini; in mezzo al campo correvano Cambiasso e Muntari, non Donadoni e Oriali; in fase offensiva c'erano Matri e Guarin, non Ronaldo e Shevchenko.
Dopo quanto detto sarò sicuramente attaccato da chi sostiene che in realtà, nel rettangolo verde di San Siro, ieri sera ci fossero fior fiori di giocatori. Non vi è alcun dubbio che Palacio sia un ottimo giocatore, lo dimostra il gran gol di tacco, che Balotelli sia il futuro della Nazionale italiana, che Handanovic sia un grande portiere e che Kakà sia ancora un buonissimo giocatore. Questo non basta, purtroppo, a cambiare opinione su due squadre cronicamente incapaci di mostrare una qualche forma di gioco: Il Milan ci ha provato di più, per poi lasciare il pallino del gioco negli ultimi venti minuti all'Inter, ma mai col piglio della grande squadra; Kakà ha dimostrato grande voglia ma è sembrato dopo poco senza benzina; Super Mario non ha fatto niente di ciò che può e dovrebbe fare. D'altro canto l'Inter di Mazzarri è apparsa, torti arbitrali a parte, ben poca cosa...e non è la prima volta in questa stagione. Troppo spesso si limita a giocare di rimessa, a sfruttare le debolezze degli avversari. Non c'è niente di male in questa strategia, ma permettetemi di dire che non è da grande squadra.
I numeri, come spesso accade, danno sostegno a quanto espresso: nei novanta minuti di gioco sono stati 75 e 69 i passaggi sbagliati rispettivamente da Inter e Milan; i palloni persi sono stati 126 per i nerazzurri e 120 per i cugini rossoneri; molto bassa anche la percentuale di giocate utili, 78 per l'Inter e 83 per il Milan.
Questi dati non fanno altro che aiutarci a disegnare un quadro più completo della crisi che sta attraversando il calcio milanese.
In casa Inter è appena nata l'era dell'indonesiano Thohir, in quella milanista c'è stato l'avvento di Barbara Berlusconi. Questo poco influisce, se i citati non spendono (molto e soprattutto bene), con la mediocrità tecnica delle due rose. Oggi più che mai le due società devono mettere mano al portafoglio, investire sui giovani talenti ma, contemporaneamente, acquistare giocatori già fatti che assicurino prestazioni degne della maglia che indossano.
Non sento di poter dare troppe colpe ai due allenatori (per la prima volta ieri sera due livornesi) in quanto è si possibile giocare un calcio migliore di quello espresso ma non si possono fare miracoli. Alla fine sono i giocatori che vanno in campo e se quei giocatori non hanno talento, estro, classe, non c'è allenatore che possa cambiare le cose.
Come detto, la nota lieta dal punto di vista dello spettacolo è stata il gol di Rodrigo Palacio, un giocatore che nel bagaglio personale ha sicuramente creatività ed imprevedibilità. Il gol nel finale di gara ne è la miglior dimostrazione.
Se in campo ci fossero stati 22 Palacio ci saremmo divertiti di più...invece che sbadigliare per novanta minuti.
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