lunedì 19 novembre 2012

Adesso è lecito sognare !!

La Fiorentina vola!! Finalmente la squadra fa sognare i tifosi, divertire gli appassionati di pallone, credere in obiettivi altissimi. L'asticella viola si sta alzando partita dopo partita e sembra non volersi più fermare. Le ultime due giornate di campionato ci hanno visti protagonisti, di gioco e di risultato. Innanzitutto, la vittoria contro il Milan ha portato a Firenze l'entusiasmo e la convinzione che questa squadra possa tener testa a chiunque; la vittoria contro l'Atalanta, squadra in grande forma che pochi giorni prima aveva sconfitto l'Inter, ha invece sottolineato la maturità dei ragazzi a disposizione di mister Montella. Era facile farsi trasportare dall'entusiasmo per la vittoria contro i rossoneri e prendere sotto gamba una partita meno di cartello, ma ugualmente importante, e invece la Fiorentina ha dimostrato saggezza, piedi per terra, carattere, convinzione e, ancora una volta, tanta capacità di giocare al calcio.
Il centrocampo formato da Pizarro, Borja Valero e Aquilani (quest'ultimo due gol e un assist) ha ricamato gioco per più di 80', lasciando soltanto una manciata di minuti agli avversari. Dopo aver trovato il gol di Rodriguez in apertura abbiamo assistito all'ennesimo torto arbitrale che ha riportato la partita in parità. La squadra, però, non si è preoccupata più di tanto, continuando a giocare, dimostrando netta superiorità e vincendo per 4 a 1.
Grazie anche ai risultati delle dirette concorrenti adesso la Fiorentina si trova a ridosso del secondo posto (1 punto) e a sole cinque lunghezze dalla Juve capolista.
I tifosi viola possono adesso sognare, la Fiorentina c'è e ci sarà fino in fondo; la squadra ha un carattere e una personalità vincenti, una difesa granitica (peggiore solo a quella bianconera), un centrocampo tutto fantasia ma anche fatto di interdizione (vedi ammonizioni di Pizarro) ed un attacco che è adesso il quarto della seria A. Il Franchi è tornato ad essere un fortino inespugnabile ed in trasferta la squadra sembra non snaturare il suo splendido gioco. Il calendario sembra abbordabile, avendo già affrontato tutte le dirette concorrenti (senza mai essere inferiori), e quindi adesso è l'ora di crederci. E' arrivato il momento di riempire lo stadio ogni domenica, di cantare con tutta la voce che si ha, di incoraggiare i nostri ragazzi e, perché no, ringraziare la ritrovata passione di Andrea Della Valle e la bravura di Pradé e Macia.
Tutto questo è, infatti, frutto dell'impegno di ADV che a fine campionato scorso ha fatto delle promesse e le ha mantenute; ogni domenica è allo stadio a gioire e disperare come un vero ultrà.
Tutta Italia ci riconosce qualità e capacità, credendo che quest'anno a Firenze ci possano essere grandi soddisfazioni per tutti.
Dove possiamo arrivare nessuno lo sa ancora, forse sarà un piazzamento in Europa, forse l'Europa che conta di più o forse, facendo un leggero sforzo di fantasia, sarà l'agognato tricolore. In città regna l'entusiasmo e la positività per una squadra che è riuscita in pochi mesi ad amalgamare tanti nuovi giocatori e mostrare il miglior gioco d'Italia e questa è già una grande vittoria. Dopo due anni calcisticamente tetri i tifosi sono finalmente tornati a sperare in traguardi importanti e soprattutto a divertirsi andando allo stadio.
Quest'anno a Firenze c'è una grande squadra, quindi viva la Fiorentina e il bel calcio ritrovato.
Il futuro è finalmente roseo, o meglio...Viola!!

lunedì 29 ottobre 2012

Un calcio sempre più in crisi

Ogni anno, a inizio campionato, ci auguriamo che il nostro calcio possa tornare a brillare di luce propria, possa tornare ad essere protagonista in Europa, ma negli ultimi anni, purtroppo, veniamo subito riportati alla (triste) realtà...cioè quella di un calcio italiano (almeno a livello di club) che trova non poche difficoltà nell'affermarsi. 
La passata sessione di calciomercato ha visto cessioni e addii veramente illustri: cominciamo con Alex Del Piero che dopo aver indossato per anni la fascia da capitano si è visto dare il ben servito dalla squadra torinese; poi ci sono Alessandro Nesta e Rino Gattuso che sono volati all'estero per cercare un calcio meno opprimente e stressante di quello italiano. Lo stesso Seedorf si è accasato al Botafogo, squadra brasiliana, dopo anni in cui, nonostante fosse sempre uno tra i migliori in campo, non riusciva a farsi particolarmente amare dai tifosi rossoneri.
Ma proprio nel club di Silvio berlusconi ci sono state le due cessioni più importanti del nostro calcio, cioè Ibrahimovic e Thiago Silva al Paris Saint German.
La squadra di Parigi, dopo aver fatto spesa lo scorso anno acquistando Sirigu, Pastore e Menez, ha voluto appunto i due campionissimi del Milan, per finire poi con l'asso del Napoli Ezequiel Lavezzi.
Il nostro campionato si è visto quindi scippare grandi giocatori, in alcuni casi giocatori che hanno fatto la storia della stessa nazionale italiana, e quindi diminuire di molto il tasso tecnico.
Questo, come era prevedibile, ha avuto ripercussioni anche sul cammino delle nostre squadre in Europa, dove fatichiamo sempre più a stare al passo delle spagnole, inglesi e tedesche.
La Juventus, che da quarantotto partite non conosce sconfitta in campionato ed è un rullo compressore impossibile da fermare, in Champions League ha esordito con tre pareggi consecutivi contro Chelsea, Shaktar e Nordsjaelland. Il Milan, che a dir la verità trova difficoltà anche in Italia, ha vinto a fatica con lo Zenit di Luciano Spalletti, pareggiato in casa contro l'Anderlecht e perso contro il Malaga. L'Udinese, terza squadra in Champions, non ha neanche superato i preliminari.
In Europa League diversi attori ma musica simile, in cui Lazio e Inter riescono, per il momento, a tener alto l'orgoglio tricolore, mentre il Napoli ha perso malamente le ultime due partite scegliendo di far giocare le seconde linee, privilegiando cosi il campionato.
Al termine della fase a gironi rischiamo di vedere soltanto un paio di squadre ancora in gioco nelle competizioni europee e questo ci penalizzerà anche sotto il punto di vista del ranking. Se, infatti, la Germania ha acquistato di diritto la quarta squadra in Champions, a scapito di quella italiana, continuando cosi rischiamo di vederci superare anche da altri campionati, scivolando sempre più nella mediocrità.
Riflettendoci, forse sarebbe anche giusto, alla luce di quello che è l'impegno e l'attenzione dimostrate dalle nostre squadre nei confronti delle coppe, perdere posti e far spazio ad altri paesi che magari riescono ad onorare le competizioni.
Volendo soltanto accennare a quello che è il problema degli arbitri in Italia, la crisi del calcio italiano non si ferma purtroppo alle prestazioni in Europa ma arriva fino a casa nostra ogni domenica, quando, guardando le partite della squadra del cuore, ti trovi costretto ad assistere a dei torti arbitrali sistematici.
Nessuno, dopo il 2006, sembra voler parlare della malafede degli arbitri ma una tale concatenazione di errori macroscopici, atti a favorire costantemente le big, sembra oggettivamente poco credibile. Se gli arbitri sono scarsi (e qui sorgono le domande: come possono essere cosi scarsi? e perché non dare spazio ai giovani?) com'è possibile che gli errori siano a senso unico? Forse non si tratta di malafede ma influenza mediatica? Forse di condizionamento inconscio? Bhé di qualunque cosa si tratti adesso è l'ora di trovare una soluzione. Possiamo ricorrere alla tecnologia in campo (dopo anni in cui se ne discute), possiamo rivoluzionare il mondo arbitrale con una nuova generazione di fischietti, oppure slegarli dall'influenza che li tiene ancorati al fatto che per fare carriera non si possono inemicare le grandi squadre. Quale sia il giusto modo di agire non lo so, ma sta di fatto che questo calcio va salvato, salvato da se stesso, dal business che c'è dietro e dalla poca credibilità che lo sta investendo da alcuni anni a questa parte.

sabato 1 settembre 2012

Rivoluzione completata !

A fine campionato avevamo sperato in un cambio di rotta, in una rivoluzione totale che riuscisse, attraverso nuovi acquisti e nuovo entusiasmo, a cancellare le due fallimentari stagioni della Fiorentina...e cosi è stato.
Il calciomercato si è concluso ieri sera ed ha visto dei colpi davvero brillanti da parte della dirigenza viola.
Il primo grande acquisto è stato quello del direttore sportivo, Daniele Pradé, che, insieme al direttore tecnico Eduardo Macia, è riuscito a portare a Firenze ottimi giocatori a prezzi contenuti.
La coppia Pradé-Macia, insieme a tutta la dirigenza, Della Valle compreso, ha innanzitutto scelto come allenatore designato a guidare la squadra Vincenzo Montella. L'aeroplanino giallorosso, dopo il buon campionato con il Catania, si è guadagnato una chance in una piazza più prestigiosa come Firenze; vedremo se riuscirà a ripetere il buon gioco visto in Sicilia e se riuscirà a riportare attaccamento nei tifosi ormai disaffezionati.
Il mercato estivo ha visto arrivare in riva all'Arno giocatori della qualità di Pizarro, Borja Valero e Aquilani in mezzo al campo, Gonzalo Rodriguez, Roncaglia e Tomovic in difesa, El Hamdaoui e Mati Fernandez davanti (quest'ultimo può essere schierato anche sulla mediana); oltre a questi ci sono stati gli acquisti di Cuadrado dal Lecce, Luca Toni (dopo cinque anni), Viviano e Della Rocca dal Palermo. Proprio Viviano, nato a Firenze e grande tifoso viola, grazie alla sua determinazione nel voler tornare a casa, è riuscito a coronare il suo sogno, segno che anche in questo calcio fatto di business e trofei il cuore conta ancora qualcosa.
A fronte di queste illustri entrate ci sono state le cessioni di molti giocatori, tra i quali Gamberini, Behrami, Cerci, Vargas, De Silvestri, a completare una vera e propria rivoluzione.
Un'altra cessione molto importante è stata quella di Nastasic al Manchester City di Roberto Mancini per l'esorbitante cifra (dato il ruolo del giocatore) di 16 milioni di euro più il difensore Savic.
Tempo fa avevamo invocato un ridimensionamento della squadra, una trasformazione, partendo però da alcuni punti fermi. Il più importante di questi punti era senz'altro Stevan Jovetic. Per tutta la campagna acquisti si sono rincorse voci su un'eventuale cessione del montenegrino, prima alla Juventus e poi al City. Per rassicurare la piazza e fare chiarezza è personalmente sceso in campo Andrea Della Valle, il quale, attraverso un progetto (finalmente) ambizioso e grandi promesse (come quelle di cessione del giocatore ad una grandissima squadra in futuro), ha convinto il fantasista viola a restare a Firenze ed essere il punto di forza della squadra.
Tutto questo è successo nell'ultimo mese d'estate, un'estate rovente più che mai in riva all'Arno.

lunedì 13 agosto 2012

Italia tra le Big !!

Terminate le Olimpiadi possiamo finalmente tirare le somme su questa trentesima edizione dei Giochi. Nella città ospitante i giudizi che hanno preceduto l'inizio della competizione erano negativi, si temeva per l'ordine pubblico e per i tanti sprechi in un momento cosi difficile per l'economia mondiale. Oggi, non solo possiamo dire che tutto è andato liscio dal punto di vista della sicurezza e dell'organizzazione, ma che i Giochi sono stati un successo anche sul piano economico: 13 sono i miliardi di euro spesi per la preparazione dell'evento, delle strutture, la ristrutturazione di alcune parti di Londra, a fronte dei quali si sono registrati 11 miliardi tra incassi più indotti, stadi sempre pieni e afflusso di turisti notevole.

Per ciò che riguarda la spedizione azzurra ci sono state alcune belle sorprese ma anche dei flop come quello che riguarda il nuoto con la Pellegrini. Nonostante ciò l'Italia torna a casa con ben 28 medaglie, 8 delle quali d'oro, 9 d'argento e 11 di bronzo, posizionandosi cosi all'8° posto per numero di medaglie vinte.
Risultati positivi sono venuti dalla scherma, tiro con l'arco e a volo, canoa, pugilato e pallanuoto.
Durante lo svolgimento delle Olimpiadi la comitiva azzurra è stata scossa dalla positività al test antidoping di Alex Schwazer, atleta italiano impegnato nella marcia e medaglia d'oro ai Giochi di Pechino del 2008. Nessuno, tra coloro che stavano più vicino al ragazzo, si è reso conto del dramma che stava vivendo, quel sentirsi obbligati a vincere ed essere un campione, ad ogni costo. Questo stato d'animo ha indotto Alex ad andare contro valori sportivi fondamentali per l'immagine che vogliamo dare alle nuove generazioni. L'atleta, in lacrime, si è detto terribilmente dispiaciuto dell'accaduto sottolineando come la passione per lui fosse diventata una sorta di tortura.

Tra i grandi dello sport ricordiamo Usain Bolt che è riuscito a battere ogni record esistente e Roger Federer che conquista l'argento, perdendo in finale contro Murray...questi si che sono esempi di sportività da tramandare ai nostri figli.

lunedì 2 luglio 2012

Ancora di un altro livello...

Ieri sera si è diputata la finalissima del campionato europeo di calcio tra Spagna e Italia finita 4 a 0 per le "furie rosse". Il sogno italiano si è infranto quasi subito, con due reti nella prima frazione di gioco e altri due nella seconda.
La partita, se ce ne fosse stato bisogno, ha sottolineato la facilità di gioco, la voglia di vincere e la superiorità tecnica degli uomini di Del Bosque.
La nostra nazionale non ha saputo quasi mai impensierire Casillas, non è mai riuscita ad imporre il proprio calcio in mezzo al campo e non è mai apparsa in grado di poter tenere testa al palleggio spagnolo. Gli avversari entravano nella nostra difesa come un coltello nel burro; troppo facilmente si trovavano di fronte a Buffon e riuscivano a fare il loro tiki-taka.
Forse il tecnico di Orzinuovi in questo caso non ha trovato il coraggio di far sedere in panchina quei giocatori che ci avevano trascinato in finale, ma che non si trovavano in condizioni di disputare il match. Prandelli ha voluto ringraziare gli uomini che avevano fatto grande l'Italia contro Inghilterra e Germania senza dar spazio a forze fresche che forse in questo caso avrebbero dato un altro apporto alla gara, per esempio Giovinco e Diamanti.
Dispiace per una partita non disputata dagli azzurri, anche se di fronte c'era la squadra più forte al mondo.
Il marchese Del Bosque (che di nome fa Vicente, come se si tratasse di un segno del destino) ha operato scelte coraggiose, come tenere spesso in panchina Fernando Torres e giocare senza una vera punta di ruolo, e si è aggiudicato l'ennesimo titolo della sua carriera oltre ovviamente alla riconoscenza di tutti i tifosi spagnoli.
Nella sua vita da allenatore, Vicente, ha vinto tutto (2 Campionati spagnoli, 1 Supercoppa di Spagna, 1 Coppa Iberoamericana, 2 Champions League, 1 Supercoppa Uefa, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Campionato del mondo e 1 Campionato Europeo appunto) senza andare sopra le righe, senza ostentare grandezza, senza insultare o senza candidarsi come miglior allenatore al mondo...come invece succede a moltri altri personaggi.
Del Bosque è l'esempio di allenatore che fa il proprio mestiere con passione e dedizione, che lascia poco spazio alle parole e si concentra sui fatti, come dimostra il suo fantastico palmares.

venerdì 29 giugno 2012

Diamo a Cesare quel che è di Cesare !!

A Firenze conosciamo bene Cesare Prandelli, uomo di grande spessore umano e professionale, sposato con la filosofia del gioco e del lavoro.
Ieri sera siamo stati tutti spettatori di un grande successo della nazionale italiana contro la Germania di Low, Ozil, Neuer, Schweinsteiger, Muller ecc..
Per novanta minuti siamo stati superiori alla nazionale tedesca sul piano del gioco, delle idee, della mentalità.
Abbiamo mostrato una faccia dell'Italia diversa da quella catenacciara del passato; un'Italia in grado di vincere attraverso il bel gioco e il coraggio di non cambiare identità di fronte agli avversari. Era fin troppo facile smettere di giocare, costruire barricate in difesa della porta...ma questo non fa parte della mentalità di Cesare Prandelli.
La Germania veniva da quindici vittorie consecutive, aveva fame di vittorie ed era data come la favorita del torneo insieme alle furie rosse, ma nonostante questo, abbiamo dato prova di saper gestire le difficoltà, sapere annientare i pericolosi avversari e, grazie ad uno strepitoso Balotelli, saper far male sotto porta.
Quella di ieri sera è sicuramente la vittoria di un gruppo che ha saputo fare quadrato, trovare una propria serenità interna, allontanare le voci che provenivano dall'esterno e mostrare un gran bel calcio, fatto di passaggi palla a terra, un solido centrocampo che ha saputo alternare grinta e fantasia con Pirlo, De Rossi, Montolivo e Marchisio, una difesa sempre attenta e una certezza in porta rappresentata da Gigi Buffon.
Nonostante quanto detto ritengo che il maggior merito delle belle prestazioni e vittorie contro Inghilterra e Germania siano figlie soprattutto di Cesare Prandelli, della forza, coerenza e coraggio con le quali ha fatto le sue scelte e le ha portate avanti fin qui. Non era semplice puntare, come ha fatto lui, su Cassano e Balotelli, rilegare in panchina il bomber Di Natale, Giovinco e un Diamanti sembrato in piena forma. Fin qui ha avuto ragione Cesare.
Se l'Italia non avesse espresso un gioco, se fosse stata eliminata ieri sera, o ancor prima, l'allenatore sarebbe stato accusato come primo responsabile del fallimento azzurro, quindi adesso, in situazione opposta, è giusto sottolineare quanto da lui fatto e dare a Cesare quel che è di Cesare.
Ricordo un'Italia vincente con Lippi, ma non ricordo un'Italia cosi bella ed autoritaria contro le grandi squadre.
Adesso voliamo a Kiev per la finalissima contro la Spagna...non sarà impresa facile battere i campioni d'Europa e del mondo in carica ma ci proveremo. Vincere il torneo sarebbe un sogno per milioni di italiani...ma comunque vada un gran sogno ci è già stato regalato da Cesare con questa splendida Italia.

venerdì 8 giugno 2012

L'ultimo successo iniziò proprio cosi...

Si apre oggi il Campionato europeo di calcio 2012 in Polonia e Ucraina, quattordicesima edizione di questo torneo organizzato dall'Uefa, che coinvolge le squadre più forti d'Europa: Spagna (campione in carica), Germania, Italia, Francia, Olanda, Inghilterra, Portogallo e molte altre..
File:UEFA Euro 2012 logo.pngLa preparazione fisica ma anche, e soprattutto, mentale è prerogativa fondamentale per ambire ad un successo internazionale. Un'importante e piacevole eccezione fu l'Italia nel Campionato Mondiale 2006 in Germania, travolta da scandali e inchieste giudiziarie relative a Calciopoli che misero in seria difficoltà i nervi e la concentrazione dei giocatori azzurri poco prima dell'inizio della competizione. Nonostante tutto però gli azzurri riuscirono a battere la Germania in semifinale e poi la Francia di Zidane in finale ai rigori e coronando cosi un sogno dopo 24 anni.
Anche quest'anno, alla vigilia del torneo, la Nazionale viene scossa dal terremoto calcioscommesse, che sembrerebbe toccare più di un giocatore azzurro (Buffon, Bonucci e Criscito, già escluso dall'Europeo).
La situazione intorno alla squadra è praticamente analoga al 2006 e chissà che anche stavolta questo non faccia da isolante e collante all'interno del gruppo. Chissà che la bufera al di fuori del ritiro azzurro non permetta all'ambiente di trovare concentrazione, grinta e forza necessari per arrivare alle ultime battute del torneo. In fondo lo sappiamo...nelle difficoltà gli italiani danno il meglio di loro, nel calcio come nella vita.
Giungere a Kiev il 1° luglio per la finalissima sarebbe un sogno, anche se le squadre da battere sono moltissime e molto agguerrite, prima su tutte la Spagna, volenterosa di entrare nella storia con un altro grande successo.

lunedì 14 maggio 2012

Campionato finito...voltiamo pagina!!

Un altro anno se ne va nella generale mediocrità della squadra viola; l'ennesima stagione senza risultati, senza traguardi, a vagare tra la gloria e il baratro.
Finalmente il campionato della Fiorentina ha trovato la sua conclusione, le somme sono state tirate, i verdetti decretati...la squadra di Della Valle trova la sua salvezza nella penultima giornata contro il Lecce, dopo aver sofferto per l'intero campionato.
Errori di costruzione della squadra, difficoltà nel dialogo tra società e città, giocatori demotivati tenuti troppo a lungo...
La squadra ha iniziato il campionato con un allenatore, Mihajlovic, per poi passare ad un altro, Rossi, per poi terminarlo con un altro ancora, Guerini...segno di un'evidente difficoltà nell'amalgamare un gruppo, una dirigenza, una città.
Uniche gioie di questa triste stagione sono state le vittorie a Milano, sponda Milan, e a Roma, sponda giallo-rossa...per il resto il vuoto più assoluto.
Probabilmente il trio Della Valle-Corvino-Prandelli ci aveva abituato troppo bene, sia dal punto di vista del giuoco che dell'armonia che regnava all'interno della società gigliata, ma adesso abbiamo toccato davvero il fondo. La squadra ha bisogno di rigenerarsi, rinnovarsi completamente, trovare nuovi stimoli e nuova forza.
I punti fermi della squadra sono davvero pochi e le cose da cambiare sono tante, tantissime. Gli unici che, a mio avviso, si salvano sono Nastasic, Behrami e Jovetic. Sono questi i punti fermissimi dai quali il progetto deve rinascere. Una volta assicurati che questi 3 ragazzi abbiano le motivazioni per vestire la maglia (senza motivazioni via anche loro) allora dobbiamo cercare direttore sportivo e allenatore. Queste due figure sono di grande importanza nel calcio, in quanto la prima trova giocatori e la seconda li mette in campo, dando carattere, agonismo e una trama alla squadra. Per questo le scelte di Ds e allenatore non possono prevedere errori...altri errori. L'esperienza ci ha insegnato che il pubblico di Firenze, non essendo troppo abituato a vincere, chiederà soltanto una cosa al nuovo allenatore...il bel gioco. In questo senso una scelta azzeccata potrebbe essere Zeman in via di promozione in serie A con il suo Pescara. L'allenatore ceco, spesso contestato per la scarsa propensione difensiva, ha dimostrato quest'anno nella serie cadetta di poter dare spettacolo con un calcio veloce e vincente.
Alternative a Zeman potrebbero essere i sogni Spalletti e Benitez, anche se l'alto ingaggio rende quasi proibitive le loro candidature. Allora i dirigenti viola potrebbero dirigersi verso i meno gettonati Ranieri, Reja, ma anche Montella e Pioli.
Con l'arrivo dell'allenatore si potrebbe dare il via alla ricostruzione della squadra, cominciando dal portiere, passando per l'allontanamento degli elementi non utili al progetto per quanto riguarda difesa e centrocampo e arrivando infine al delicato reparto offensivo.
Questa stagione "in avanti" è stata caratterizzata dai mal di pancia di Alberto Gilardino, gli infortuni di Jovetic, gli errori sul mercato (Silva e Amauri). Adesso serve chiarezza e decisione per scegliere, e poi acquistare, una prima punta di assoluto valore e sicuro affidamento da affiancare a Jojo. In seguito è necessario anche l'acquisto di una buona alternativa che possa dare "respiro" al titolare.
Il campionato si è concluso soltanto ieri ma a luglio comincerà il ritiro in vista della nuova stagione e dovremo farci trovare pronti per non ripetere lo scempio calcistico visto quest'anno all'Artemio Franchi.
Ulteriore, e non meno importante, elemento da ritrovare è la coesione attorno alla squadra. La Fiorentina ha bisogno di sentire la presenza di Andrea (ma anche Diego) Della Valle, di vederli impegnati e coinvolti dal progetto viola altrimenti il rischio è che i primi a demotivarsi siano i giocatori..seguiti a ruota dai tifosi di Firenze.

lunedì 7 maggio 2012

La Vecchia Signora è tornata

Dopo un anno di inferno e tanti di purgatorio la Juventus torna alla vittoria. La squadra di Antonio Conte ha vinto lo scudetto, il suo 28esimo, davanti al Milan, con una giornata di anticipo, dopo una stagione fantastica che non l'ha mai vista sconfitta.
La Vecchia Signora è tornata a primeggiare come la storia del calcio italiano vuole, ma con delle differenze:
La differenza che più salta all'occhio è il dislivello di rosa tra Juventus, Milan ed Inter. In passato la Juve dominava i campionati grazie alla maggiore qualità della sua rosa (e forse anche grazie all'intervento di Luciano Moggi), mentre quest'anno l'arma in più è stata la forza del gruppo.
Le squadre di Milano, infatti, a livello di organico erano probabilmente superiori, ma la compattezza, la grinta e la fame di vittoria della Juventus hanno fatto davvero la differenza.
Quella di quest'anno è la vittoria di un giovane allenatore che, senza proclami e senza acquisti folli, ha portato una mentalità vincente; Conte è riuscito a dare ad un ammasso di giocatori, quali erano stati negli anni passati, l'identità di squadra.
L'allenatore nato a Lecce ha introdotto a Torino le sue convinzioni tattiche: tanto lavoro, umiltà, organizzazione, possesso palla, intensità, pressing e inserimenti in zona gol dei centrocampisti. A tutto questo si è aggiunto il carisma e la grandezza dei campioni della Juve, quali Del Piero, Buffon, Pirlo e Marchisio.
Il centrocampo, formato proprio da Marchisio, Pirlo e Vidal, è stato sicuramente l'architrave del successo bianconero.
Una parte di Torino e migliaia di tifosi bianconeri sparsi per l'Italia stanno festeggiando la vittoria, la rivincita, il ritorno alla gloria di una squadra, di una tifoseria, di una fede...la fede nella Vecchia Signora.
Subito dopo la conquista dello scudetto sono iniziate le polemiche tra juventini, dirigenza bianconera compresa, e organi del calcio, a causa della diversità d'opinione su quelli che sono i titoli nazionali vinti dalla squdra torinese: per gli juventini sono 30, mentre per il resto del calcio sono 28; vedremo chi la spunterà...ciò che è certo è che questa é stata una grande stagione.

lunedì 16 aprile 2012

Non può andare cosi...

Una semplice partita di calcio non può finire cosi.
Sabato pomeriggio si è consumato un avvenimento agghiacciante sul campo del Pescara nella partita tra la squadra di casa e il Livorno: un giocatore della squadra toscana, Piermario Morosini, è stato colpito da un'improvvisa crisi cardiaca contro la quale nessuno ha potuto fare niente.
Vedere il ragazzo (ventisei anni) cadere a terra, cercare di tirarsi su, per poi capitolare cosi, in una comune e insignificante partita, in confronto al valore della vita umana, è una cosa che addolora e toglie il fiato a tutti.
Piermario fin dalla giovane età si è trovato costretto a lottare contro le difficoltà della vita: rimane orfano in giovane età, perdendo la madre e il padre nel giro di due anni. Nel 2002 il fratello disabile si suicida, lasciandolo da solo con la sorella, anch'ella disabile.
Oggi il mondo del calcio, e non solo, piange la morte del ragazzo bergamasco, buon giocatore e soprattutto bravo ragazzo, col quale la vita non è stata affatto generosa.
Vicenza e Livorno, due delle squadre in cui Morosini ha militato in carriera, si sono affrettate a ritirare le maglie numero 25; un bel gesto ma che purtroppo non ridà il sorriso al giovane calciatore.
Rimane un interrogativo importante, se non per Morosini, almeno in prospettiva futura: come è possibile evitare che cose del genere accadano?
Basterebbe un defibrillatore e un uomo competente a bordo campo, pronto a far fronte alle emergenze!!
Com'è possibile che un provvedimento cosi banale, ma cosi essenziale, sia tanto difficile da mettere in atto?
Il mondo del calcio si deve interrogare ma soprattutto deve muoversi, in direzione non soltanto di modernità degli stadi ma anche, e soprattutto, di sicurezza...perchè una vita non può finire su un campo di calcio.

lunedì 30 gennaio 2012

Djokovic re del tennis mondiale

Ieri sera Novak Djokovic si è confermato numero 1 e bestia nera dello spagnolo Nadal.
Al termine di una sfida infinita, durata 5 ore 53 minuti (finale di Slam più lunga della storia), Rafael Nadal deve inchinarsi al nuovo re del tennis (5-7, 6-4, 6-2, 6-7, 7-5).
Il match è iniziato con un set a favore del numero 2 al mondo, che poi per i successivi due set è rimasto a guardare il gioco da fantascienza del serbo. Nadal sperava in un crollo fisico dell'avversario, tant'è che riesce a strappare il quarto set e prolungare il match fino al quinto, dove però Djokovic chiude sul 7 a 5 ed entra nella storia.
I numeri del giocatore nato a Belgrado sono incredibili: classe 1987, è l'unico ad aver vinto cinque Master 1000 consecutivi in un anno; è il terzo giocatore ad aver superato i 10 milioni di dollari vinti in un anno; ha vinto cinque Slam, il terzo a Melbourne, ed è il quinto giocatore dell'era Open a conquistare tre titoli dello Slam consecutivi (prima di lui Rod Laver, Pete Sampras, Roger Federer e proprio Rafael Nadal).
L'anno appena passato è da record: vince 70 match su 76 disputati; vince Australian Open (in finale con Murray), a Dubai (Federer), BNP Paribas Open (Nadal), a Miami (Nadal), Serbia Open (Lopez), a Madrid (Nadal), a Roma (Nadal), Wimbledon (Nadal), a Toronto (Fish), US Open (Nadal)..
..e il rischio per il tennista serbo è che questo appena iniziato sia una fotocopia di vittorie come l'anno passato.

lunedì 9 gennaio 2012

Leo Messi nella storia del calcio!

E con questo sono tre...tre palloni d'oro a soli 25 anni (da compiere il 24 giugno).
Stiamo parlando di Lionel Messi, fuoriclasse argentino del Barça, che oggi si è aggiudicato il terzo pallone d'oro consecutivo (distaccando largamente il rivale C. Ronaldo) ed è entrato di diritto nella storia del calcio.
Soltanto 4 giocatori (Johan Cruijff, Michel Platini, Marco Van Basten e Leo Messi appunto) sono riusciti a vincere per tre volte l'ambito premio che da oltre cinquant'anni premia il calciatore che più di ogni altro si ditingue per qualità, classe e trofei vinti nell'anno solare.
Il terzo Pallone d'oro arriva a coronamento di un anno incredibile, l'ennesimo, costellato di goal, assist, grandi giocate e tante vittorie. Il Barcellona infatti, guidato da uno strepitoso Leo, oltre ai soliti Iniesta e Xavi a centrocampo, ha vinto tutto ciò che era possibile vincere (Liga, Champions League, Supercoppa di Spagna, Super Coppa Uefa, Coppa del mondo per club).
Messi in questa squadra di extraterrestri si è distinto come uomo in più, giocatore capace di fare la differenza e di trascinare alla vittoria i catalani totalizzando 53 reti in 55 partite ufficiali e collezionando un numero impressionante di assist per i compagni.
C'è chi, nell'edizione precedente del Pallone d'oro, mormorava che altri avrebbero meritato di vincere al posto del giocatore di Rosario, ma una cosa è certa, se il criterio di assegnazione del premio è quello del talento, credo non si potesse premiare nessun altro giocatore che non fosse Messi.
I numeri e i trofei vinti dicono che Lionel è, ormai da anni, il giocatore più forte che attualmente calca i terreni di gioco: 5 volte la liga, 1 Coppa di Spagna, 5 Supercoppe di Spagna, 3 Champions League, 2 Supercoppe Uefa, 2 mondiali per club, 3 Palloni d'oro, 1 Fifa World player, 1 Scarpa d'oro, 1 Campionato del mondo Under-20 e un Oro olimpico con l'Argentina, 210 gol fatti in 295 partite ufficiali disputate nel Barcellona.
Ciò che invece dovremmo chiederci è se questo Messi possa davvero essere accostato al più grande giocatore della storia del calcio, cioè Diego Armando Maradona.
Se a livello tecnico il paragone può starci (entrambi hanno caratteristiche funamboliche palla al piede, altezza simile e stesso piede preferito, il sinistro), la cosa che più stona in questo confronto sono le vittorie del "Pibe de Oro" non solo in Spagna (col Barça) ma anche in Italia, alla guida di un Napoli, modesto, che arrivò a vincere 2 volte lo Scudetto alla fine degli anni '80. Inoltre sono da sottolineare le grandi vittorie di Maradona con la Nazionale Argentina (Messico '86) paragonate a prestazioni non troppo entusiasmanti della "pulce".
Quello che gli amanti del calcio, e i sostenitori di Messi, si augurano è che un giorno Leo, dopo aver vinto ancora molto con il Barcellona, decida di seguire le orme calcistiche di Diego e decida di portare il suo talento anche lontano dalla città di Gaudi, per dimostrare una volta per tutte che il paragone con Maradona non è poi cosi un'utopia.